Scritti su San Paolo Apostolo
del Beato Timoteo Giaccardo  (Tratto da: Dai Tetti in su)

 

San Paolo è l'apostolo dei gentili: cittadino romano, conoscitore perfetto della legge mosaica e del suo valore, mente equilibrata, pensatore profondo, organizzatore intrepido, esecutore pronto, costante e tenace; parlatore affascinante, dal cuore intraprendente e sensibilissimo...
Ecco una pallida idea di questo grande uomo.
La conversione di San Paolo ha unìimportanza straordinaria per la storia della Chiesa e delle anime, tanto che lo Spirito Santo la fece profetare dodici secoli prima da Giacobbe a Beniamino, la fece narrare tre volte e ricordare almeno oltre cinque volte nei Libri ispirati.
La conversione di San Paolo si inizia nell'umiltà: Egli si consegna a Dio come un nulla: " Che cosa vuoi che io faccia? "; si nutre e si stabilisce nella umiltà che prega; si compie nell'umiltà che persevera.
La conversione è sempre, per tutti, il centro della vita spirituale: convertirci ogni giorno in una nuova piccolezza interiore: per crescere, bisogna che ci facciamo piccoli, umili, docili, fiduciosi, semplici!
La persona di San Paolo è tutta dedita al "Cristo vivente".
La sua mente è consacrata alla conoscenza e alla predicazione di Gesù Cristo: " Non credetti di sapere altro tra di Voi che Cristo e Cristo crocifisso".
La sua volontà è protesa alla conquista di Gesù Cristo, per vestirsi di Lui, imitarLo: "Siate miei imitatori, come io lo sono del Cristo".
Il suo cuore arde di amore per Gesù Cristo: " Chi potrà separarmi dalla carità di Cristo?... Se qualcuno non ama Cristo Signore sia anatema", cioè scomunicato.
Il suo corpo deve compiere quello che manca alla passione di Gesù: "Perchè a noi è dato non solo di credere, ma di patire per Lui, e di continuare a portare la sua mortificazione sempre".

San Paolo ci è modello di umiltà. Infatti, ci fa prima considerare l'esempio del Maestro Divino che "umiliò se stesso fino alla morte di croce"; ci assicura che Dio "consola gli umili"; ci raccomanda di "vestirci di umiltà" e di camminare nello "spirito di umiltà".

San Paolo, " Dottore delle Genti", aveva tale coscienza della sua miseria, da considerarsi il primo dei peccatori che Cristo è venuto a salvare, il " minimo" degli Apostoli, l 'ultimo dei fedeli.
Perchè si è fatto "piccolo" egli ha avuto l'inestimabile grazia di penetrare più addentro nei segreti del cuore di Cristo e di annunziarli a tutte le genti.

"Scio cui credidi": so a chi ho creduto! Scrive San Paolo.
Ha coscienza della sua dedizione al Vangelo, alla causa del Maestro Divino, e ne attende fiducioso il premio, mentre addita ai suoi devoti il Santo Tabernacolo. Gesù, che vedremo glorioso in cielo, è presente nel Santo Tabernacolo: bisogna dimorare in Lui, vivere di Lui qui sulla terra, vivere della sua vita eucaristica, per dimorare in Lui e vivere con Lui nella gloria, lassù, nel santo Paradiso.

Beato Giaccardo

San Paolo era sempre pronto alla voce di Dio, comunque fossero le sue intenzioni. E intraprendeva ogni viaggio dopo aver molto pregato per conoscere la volontà di Dio.

San Paolo ha capito il Cuore di Gesù, il Suo amore per noi, e in questo amore ha dimorato: per cui il cuore di San Paolo è diventato il cuore di Gesù; e l'amore di Gesù per noi ha investito il cuore di San Paolo: seguendo San Paolo, aderiamo all'amore di Gesù.

San Paolo fa come un mirabile responsorio col Maestro Divino.
Gesù Maestro dice:

« Io sono la Verità: credete in me ».
 
San Paolo risponde:
« Vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato».
« Io sono la Via: venite a me ».
San Paolo risponde:
« Sono confitto alla croce con Cristo ».
« Io sono la Vita: rimanete nel mio amore! ».
San Paolo risponde:
« Non sono più io che vivo: vive in me il Cristo »

San Paolo non faceva mistero alcuno della sua castità che stimava come un preziosissimo tesoro:
« Habemus thesaurum » ; castigava il suo corpo, e offrendolo come vittima immacolata, lo riduceva continuamente in servitù a Gesù crocifisso.

San Paolo, l'Apostolo dell'attività, è l'Apostolo della massima vita interiore. Radice e fondamento di questa vita interiore è la continuata meditazione delle verità eterne.
L'anima di San Paolo è costantemente occupata da una grande realtà: la vita eterna! (1 Cor., XV, 29).

Ringraziamo Dio e la Madonna di aver dato a San Paolo un cuore tanto pieno di amore a Dio ed alla Chiesa; ringraziamo San Paolo che così generosamente cooperò alla grazia di Dio, divenendo il mediatore della nostra salvezza.

La spiritualità di San Paolo ebbe per regola la Chiesa.
« Videre Petrum ». Egli si recò a Gerusalemme da Pietro per consegnargli devotamente la fede e l'Apostolato; per esserne docilmente illuminato e guidato; per stabilire con lui « un'unità» nella dipendenza e nell'amicizia che è una delle più belle visioni del Cristianesimo e della vita in Cristo; amicizia che crebbe e fece dei due Apostoli un solo principio, un solo fondamento, una sola autorità per Roma e per la Chiesa.
Chiediamo a San Paolo amore al Papa; Egli, che ha legato i cuori a Roma e al Papa, ce lo darà.

San Paolo è l'Apostolo per antono­masia, un creatore di apostoli. Vuole specialmente concederci lo spirito di zelo e l'amore alle anime, la brama di salvare i fratelli. E' un convertito: vuole che domandiamo la conversione dei cattivi; vuole ottenere vocazioni al clero, alla vita pia e religiosa.

San Paolo è l'operaio, il ministro della cattolicità della Chiesa. E' impossibile leggere i primi capitoli della lettera agli Efesini e non sentirsi ripieni di amore per la Chiesa. Egli, Dottore della Chiesa, quasi non osa parlare, tanto è l'amore che lo lega alla Chiesa, tanta è la pena d'essere stato un giorno persecutore della Chiesa:« Io ho perseguitato e devastato la Chiesa di Dio» . Ma quanto poi la edificò!

Qualche prova dello zelo di San Paolo? Eccolo: in Galazia per evangelizzare quella gente rude fa l'operaio di tende; a Tessalonica si accomuna con la gente del porto; ad Atene discorre della più alta sapienza in piazza, e discute all'Areopago i massimi problemi della religione; a Corinto, città del commercio e del gioco, spiega il cristianesimo con esempi del circo, e fa stuoie; a Gerusalemme s'adatta agli usi degli Ebrei (che sa essere inutili) per guadagnare gli Ebrei; a Filippi, in prigione, converte la famiglia del carceriere; a Cesarea, in catene, predica la castità e il giudizio a Drusilla e a Fausto - governatore - malamente uniti e istruisce nel Vangelo re Agrippa e Berenice; a Malta, prigioniero, converte il proconsole; a Roma, legato, converte senatori ed ebrei; nell'ultima prigionia converte i custodi e li fa santi!...

Due sono le note più caratteristiche dello zelo di San Paolo: la gioia che Gesù Cristo sia predicato (Fil., I, 17) e il dolore che Gesù Cristo non sia amato e sia offeso (Fil., III, 18).
Siamo contenti che si faccia del bene senza mai ingelosirci dell'attività altrui.

E' impossibile avvicinarsi a San Paolo e non esserne trasformati.
La devozione è anzitutto conoscenza: le Lettere di San Paolo ne rivelano lo spirito;
la devozione è amore: le Lettere ci fanno amare San Paolo;
prova della devozione è l'imitazione : le Lettere ci fanno conoscere la condotta intima di San Paolo;
somma devozione è vivere lo spirito di San Paolo: le Lettere possiedono la potenza di farci entrare nello spirito paolino.

Cerchiamo di conoscere San Paolo, studiarlo nelle Lettere e negli Atti; seguirlo nella virtù e nello zelo; amarlo, aderire a Lui con tenero e filiale affetto.

Alla scuola di San Paolo si apprende bene il Santo Vangelo. Chi si tiene vicino a San Paolo, segue la verità; chi si avvicina a San Paolo trova la via breve della santità.

Le Lettere paoline non entrano nel genere epistolario comune. Esse sono veri libri, testi di Sacra Scrittura: ognuna di esse è un Libro. Sono una miniera di sapienza che illumina tutti i secoli; una fonte di bene che vivificherà le generazioni.
Sono latte sostanzioso e dolcissimo. Chi le legge, riceve luce, sodezza di pietà, fervore di spirito, ricchezza di grazia.

San Paolo non ha predicato cose umane, nè ha usato parole o metodi della sapienza umana. Nel , suo insegnamento vi sono cose alte e difficili. Il segreto per comprenderle è uno solo: amare San Paolo. Più lo si ama e più lo si capisce; più lo si ama e più si entra a partecipare dei segreti del suo cuore, della sapienza della sua anima, dei tesori del suo spirito.

L'insegnamento di San Paolo è tutto penetrato della dottrina della grazia. Egli è una creazione della grazia; e la grazia diventa la leva potente del suo apostolato.
La devozione a San Paolo ci porta a fondarci sulla grazia di Dio.

La devozione a San Paolo è una singolare grazia dello Spirito Santo. Chi ama San Paolo diventa robusto nella conoscenza del Maestro Divino, generoso nella pratica della virtù, sodo nella devozione.

Chi è divoto di San Paolo va alla santità per via breve, perchè San Paolo lo edifica su Gesù Cristo. Chi ha trovato San Paolo, ha trovato Gesù, giacchè il cuore di San Paolo èil cuore di Cristo.

« Vas electionis, pro nomine meo pati ».
Ecco il risultato: un santo. Tu sei un Santo, o Paolo; santo per la tua adesione alla divina volontà! tale il tuo dolore di aver odiato Gesù, tale il tuo proposito che sei diventato un santo. E Gesù ti renderà perciò suo discepolo nella passione; ti unirà alla perfezione dell'apostolato: nel martirio.

Si dice: la devozione a San Paolo non è popolare, è la devozione dei dotti. Ma al principio della Chiesa era devozione del popolo: deve tornare tale. Entra nelle anime con difficoltà. Ma una volta entrata, ruba il cuore, investe lo spirito, trasforma la vita. E' un grande dono della misericordia di Dio.