Venerabile Maggiorino Vigolungo

 

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PREGHIERA


Padre Celeste, ti ringraziamo per aver eletto Maggiorino Vigolungo a predicare il Vangelo in tutto il mondo con i mezzi della comunicazione sociale, e per aver concesso a questo tuo Servo fedele, con il vivo desiderio della santità, un amore così grande per la salvezza dei fratelli, da offrire la sua giovane vita per l'Apostolato delle edizioni.
Ti preghiamo, Signore, di glorificare anche qui in terra questo tuo apostolo, a gioia e ad esempio di tanti giovani, affinché, aiutati dalla tua grazia e attratti dal suo esempio, compiano con amore e coraggio la missione, che per la tua gloria e per il bene degli uomini, affidi a ciascuno qui sulla terra.
Signore, per intercessione di Maggiorino, concedimi anche le grazie che ora ti chiedo...


Un Gloria e un' Ave.

 

Chi ottenesse per intercessione del Servo di Dio grazie e favori, è pregato di darne relazione al Sup. Generale della Pia Società San Paolo - Via Alessandro Severo, 58 - 00145 Roma. Chi desidera immagini, medaglie, ricordi, biografie, può richiederli allo stesso indirizzo.


 



6 maggio 1904 a Benevello (Italia)
nasce Maggiorino Vigolungo

 


 

Adolescente piemontese delle Langhe, è vissuto sognando grandi ideali di ‘apostolo della buona stampa.

Immaginiamo di far scorrere davanti agli occhi la sequenza di quel singolare film che è stata la breve vita di Maggiorino Vigolungo, un adolescente piemontese delle Langhe albesi, vissuto tra il 1904 e il 1917, sognando grandi ideali per un mancato avvenire di ‘apostolo della buona stampa’ e, già dichiarato ‘Venerabile’, incamminato verso gli onori degli Altari. Maggiorino è stato Alunno di quel ‘Seminario Minore’ appena iniziato da Don Giacomo Alberione con il nome di Scuola Tipografica Piccolo Operaio, una sorta di Scuola Professionale si sarebbe detto; e, in realtà, quei primi 7-8 ragazzetti che ne facevano parte avevano più l’aria degli Artigianelli di Don Bosco che di Seminaristi veri e propri.

Apprendista tipografo degli anni ‘16-’17, Maggiorino può anche sembrare solo una bella figurina deamicisiana, un Piccolo scrivano fiorentino che di notte trascrive su fascette l’indirizzo di Abbonati per aiutare il padre a tirare avanti la baracca, non potendolo fare di giorno, perché impegnato a Scuola. Ma lui, che studiava e lavorava fino a sera inoltrata, per prepararsi "ad esercitare l’apostolato della comunicazione sociale", doveva avere già capito tutto della fondamentale importanza del compito cui si preparava.

Il giovane ragazzo langarolo ci pare, allora, piuttosto il prototipo di tanti giovani oggi impegnati in Movimenti e Gruppi di Volontariato. Anzi, il prototipo di chi ha scelto di impiegare il suo tempo nella collaborazione, comunque intesa, del più urgente dei servizi di Volontariato: la diffusione con tutti i moderni mezzi massmediali di un ‘giornalismo’ responsabile e corretto, animato da princìpi cristiani, come esercizio di ‘carità della verità’.

Non c’è dubbio che quest’ansia del suo Padre spirituale, Don Alberione, fosse il ‘programma di vita’ di Maggiorino, ragazzo tanto buono e diligente nell’attuarlo da essere chiamato da chi lo conosceva "un altro San Luigi".

L’impronta mariana sul giovane Aspirante

All’età circa di otto anni il Venerabile Maggiorino Vigolungo si incontrò con Don Alberione, che si recava di quando in quando a Benevello, suo paese natìo, per prestare aiuto al Parroco. Colpito e attratto dalle doti di pietà e di maturità del giovanetto, un giorno l’Alberione cercò di spiegargli la grandezza, la necessità, l’importanza dell’Apostolato della stampa. Maggiorino rimase entusiasta, ma pensoso: seguì il consiglio di recitare ogni giorno tre ‘Ave, Maria’ per conoscere e seguire la "sua via"; si consigliò con il Parroco, finché il 15 ottobre 1916 entrava nella Pia Società San Paolo, denominata allora Scuola Tipografica. Le tre "Ave, Maria" gli avevano portato consiglio.

"Farsi santo, divenire sacerdote e apostolo della stampa" divenne l’ideale attorno al quale raccolse tutto se stesso; così, fin dai primi giorni della sua vita di Aspirante paolino, in un colloquio con Don Alberione puntualizzò il suo lavoro spirituale nell’eroico proposito che mantenne fino alla morte: "Progredire un tantino ogni giorno".

Intanto, dal luglio del 1917 – poco tempo prima che Maggiorino morisse – era passato dal Seminario di Alba alla nascente istituzione di Don Alberione anche il Chierico Timoteo Giaccardo, primo Beato della Società San Paolo, che di Maggiorino fu speciale confidente. E c’è da credere che un’anima fortemente mariana come Don Giaccardo abbia davvero avviato – secondo quanto già faceva Don Alberione – il nostro giovane aspirante apostolo ad una speciale devozione a Maria, "Regina degli Apostoli" .

Questi sono solo frammenti di vita di Maggiorino Vigolungo riportati dal ‘conspectus’ o ‘quadro di vita’ che lo descrive nella ‘Positio super virtutibus’, in calce agli Atti canonici per la sua Causa di Beatificazione; anche se la ‘storia’ di questo ragazzo rischia di essere letta come una ‘non storia’, nel senso che, con la sua morte prematura, l’aspirazione a diventare un grande apostolo di Maria è come scivolata via: opera non solo incompiuta, ma appena incominciata.

Un’opera interrotta all’ora del Vespro del 27 luglio 1916, giorno di Sabato nel quale terminava un Triduo di preghiera perché si compisse su di lui la volontà del Signore, mentre i suoi i compagni di "scuola" recitavano il quarto Mistero glorioso. Egli se ne volava in Paradiso, tra le braccia di Maria "Regina degli Apostoli", "come fiore di campo…" trapiantato in Cielo.

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