SECONDO PUNTO.
-Generalmente però le passioni predominanti, sono tre: superbia, sensualità, attaccamento alle cose del mondo. " Omne quod est in mundo concupiscientia carnis, concupiscientia oculorum, superbia vitae ".
Ed ecco le tre passioni che menano grande strage nel mondo. Quindi, osserviamo diligentemente queste tre: fra esse forse troveremo la nostra.
Anzitutto la superbia. Essa è la causa generale dell'ira e dell'invidia: e perciò la superbia, in senso largo, comprende anche queste due passioni.
Particolarmente nella virilità la superbia è assai comune fra gli uomini. Alcune volte essa è più presunzione; altre volte è vanagloria. Consiste in una eccessiva stima di se stesso e fiducia nelle proprie forze. Caddero per superbia gli Angeli del Signore; caddero per superbia tanti uomini anche eminenti: " initium omnium malorum superbia ".
Moltissimi sono Voi gli uomini che sono dominati dall'amore delle cose terrene: le possessioni, il denaro, l'avarizia; alcuni di essi hanno lo scopo e la febbre di sempre accumulare e non pensano neppure a godere quando accumulano, tutto lasciano poi agli eredi.
Altri invece cercano di godere subito i frutti delle loro industrie, procurandosi maggiori comodità, maggior copia di piaceri: alcuni leciti, altri illeciti. Quanti sono gli uomini che mancano contro il settimo comandamento! Quanti che, anche senza commettere peccato positivamente, abbandonano però le cure delle cose spirituali e gli interessi dell'anima per il denaro!... Terza passione, spesso predominante, è la sensualità. Essa nasce sovente dalla pigrizia e dalla gola. Queste tre passioni si accompagnano assai spesso come tre sorelle e nella pratica una può divenire causa dell'altra.
La sensualità nasce dalla golosità e dalla pigrizia. La pigrizia è conseguenza, a sua volta, di sensualità. L'uomo goloso è sempre sensuale e pigro. La simpatia e l'antipatia, la libertà di occhi e di fantasia, e in generale dei sensi tanto interni che esterni, la tendenza del cuore, liberamente abbandonata a se stessa; ecco i segni della sensualità. Si trova frequentissima nei giovani, ma abbastanza sovente anche negli adulti e purtroppo qualche volta, anche nei vecchi.
TERZO PUNTO.
-Quali sono i connotati che distinguono la nostra passione predominante? Sono tre:
1. La passione predominante è la causa ordinaria dei nostri difetti ed è il peccato che più generalmente ci tocca accusare in confessione. Essa è la radice, che a sua volta si ramifica in tante piccole radici, produce una pianta, " arbor mala", e darà a suo tempo rami. figlie, fiori e frutti cattivi.
Quanti difetti apporta nell'anima la superbia! La pigrizia non sta mai col fervore; la sensualità fa perdere facilmente l'orientazione della vita.
2. La passione predominante è quella più amata. Viene nascosta a tutti con attenzione, viene coperta, viene difesa. Toccati su qualunque altro punto noi siamo docili e facilmente accettiamo le correzioni; toccati invece sulla passione predominante scattiamo come il malato a cui il medico mette il dito sulla piaga. Alleviamo il serpe in seno e lo vogliamo nascondere a noi stessi. Anche negli esercizi di pietà, nelle stesse confessioni settimanali, è facile non andare a toccare il difetto predominante. Ci vogliono ordinariamente otto giorni di esercizi per riuscire a scavare fino alla profondità in cui si abbarbica questa radice dannosa.
3. La passione nostra predominante è anche, d'ordinario, il peccato, la passione che più facilmente scorgiamo negli altri. Noi ricerchiamo negli altri quello che facciamo noi stessi. L'occhio cogli occhiali verdi vede tutto verde, l'occhio cogli occhiali rossi vede tutto rosso. I gelosi vedono gelosia dappertutto; i pigri, pigrizia; i superbi, superbia; i bugiardi, la bugia come l'umile vede dappertutto umiltà; il caritatevole, bontà; il fervoroso, pietà.
E andiamo alla conclusione.
Le passioni sono tante, ma la predominante assai facilmente deve ricercarsi fra i sette vizi capitali o fra le tre passioni o concupiscenze umane. Ricordando i connotati che la distinguono, facilmente la riconosceremo.
Tre mezzi: preghiera per aver lumi da Dio, l'esame di coscienza diligente e generoso, consiglio dal confessore. Se noi ci manifestiamo candidamente, il confessore facilmente ci conoscerà. Se noi esaminiamo profondamente la nostra coscienza, facilmente troveremo il difetto che ci domina. Se noi avremo i lumi di Dio potremo con coscienza scoprire quale è il maggiore pericolo di perderci eternamente. Mettiamo quindi la scure alla radice! Finchè noi togliamo solamente le foglie, finchè noi buttiamo a terra solamente i frutti, finchè noi tagliamo soltanto i rami od anche il fusto, il maledetto albero delle nostre passioni continuerà a rinascere, crescere, fruttificare. E' necessario metter la scure alla radice: togliere la causa, togliere il vizio capitale. Chi toglie foglie e frutti perde il tempo, chi va alla radice con lavoro cosciente e costante riuscirà presto e facilmente ad estinguere in sè ogni peccato e innesterà una radice nuova, la radice di ogni virtù. « Tu cum olivaster esses, insertus es in bonam olivam ». L'olivastro fu innestato su d'una oliva sana che è Gesù Cristo.
Una delle cause più comuni per cui si vedono tante anime far poco progresso nelle virtù si è la mancanza di equilibrio nel lavoro spirituale.
Alcune coltivano solo una santità di pensiero, quasi soltanto leggono, studiano, ammirano; altre soltanto si esaminano,. fanno sforzi e coltivano la volontà; altre tutto riducono alle preghiere.
E' necessario santificare assieme la mente, la volontà, il cuore. Occorre amare il Signore colla mente, le forze, il cuore, come Gesù ci ha insegnato. Gran fede quindi, volontà energica, orazione, istruzione, esami di coscienza, preghiera: sempre tutto in buon equilibrio e con costanza.
Ecco quindi la necessità.
1) di istruire la mente col leggere il santo Vangelo, la Bibbia, i libri ascetici, le vite dei Santi, la teologia; la necessità di chiedere sempre più fede e la luce della verità a Gesù; di sempre esaminare i nostri pensieri se sono buoni, se sono le verità di Gesù, oppure i vani pensieri umani;
2) di indirizzare la volontà nella vita di Gesù Cristo; richiamandola se si allontana; di esaminare assai la coscienza e far la meditazione, affinchè le verità dall'intelligenza passino nella volontà. Ogni dottrina divina è buona; così la venta della mente è bontà della volontà. Rinforzare la volontà con risoluzioni generose e ripetute, docilmente ma fortemente, a cioè con tutte le forze »;
3) di santificare il cuore, riempiendolo, di Dio. Ciò significa attirare Gesù Vita in noi; e si opera la trasformazione della nostra vita in Gesù Cristo con l'uso santo dei Sacramenti, con l'assistenza alla S. Messa, con l'uso dei Sacramentali e con la preghiera in generale. " Amerai il Signore con tutto il tuo cuore". |