OTTOBRE - 2008 - Scheda 04

 

"PER ME IL VIVERE E' CRISTO"
Fil 1,21

 

IN ASCOLTO


Chi meglio di Paolo, in questo mese che ci conduce alla Solennità di Gesù Divino Maestro, ci può aiutare a trovare il clima proprio del discepolo che dialoga con il suo Maestro, che vive di Lui, per donarsi totalmente nella missione? Mons. Gianfranco Ravasi al termine della sua relazione su Gesù Maestro rivolta nel 1996 a noi paolini disse: “La parola può essere correttissima, fondata, motivata, però se è senza amore è già una parola che ha in sé qualcosa di incrinato, è già un abuso. Dobbiamo ritrovare una carica per essere discepoli di Gesù Divin Maestro, discepoli di un Fondatore che si è chiamato Primo Maestro. Occorre ritrovare alla fine quel grembo d’amore dal quale nasce il comunicare. Un comunicare preparato, serio, che ha oggetti precisi, però nasce da questa atmosfera, che è immerso in questo clima”.

«Mi rallegrerò (che Cristo sia annunciato), poiché so che tutto questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all’elargizione dello Spirito di Gesù Cristo, secondo la mia ardente attesa e speranza che in nulla rimarrò confuso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debba scegliere. Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; d’altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne. Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere d’aiuto a voi tutti, per   il progresso e la gioia della vostra fede, perché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo, con la mia nuova venuta tra voi».
Fil 1,18b-26




PAURA DI MORIRE, FORZA DI VIVERE

Troviamo una bella attualizzazione di questo brano nell’Ufficio delle letture, l’11 novembre, ed è la descrizione della morte di san Martino di Tours, fatta da Sulpicio Severo: «Martino, chiamati a sé i fratelli, li avvertì della sua morte, ormai imminente. Tutti si rattristarono allora grandemente, e tra le lacrime, come se fosse uno solo a parlare, dicevano: “Perché, o Padre, ci abbandoni? A chi ci lasci, desolati come siamo? Lupi rapaci assaliranno il tuo gregge e chi ci difenderà dai morsi, una volta colpito il pastore? Sappiamo bene che tu desideri di essere con Cristo, ma il tuo premio è al sicuro. Se sarà rimandato non diminuirà. Muoviti piuttosto a compassione di coloro che lasci quaggiù”.
Commosso da queste lacrime, egli che, ricco dello spirito di Dio, si muoveva sempre facilmente a compassione, si associò al loro pianto e, rivolgendosi al Signore, così parlò dinanzi a quelli che piangevano: “Signore, se sono ancora necessario al tuo popolo, non ricuso la fatica: sia fatta la tua volontà”. O uomo grande oltre ogni dire, invitto nella fatica, invincibile di fronte alla morte! Egli non fece alcuna scelta per sé. Non ebbe paura di morire e non si rifiutò di vivere».

Per un eventuale incontro di preghiera comunitaria
o per approfondimenti proponiamo anche il brano
di Rm 8,29-39 e i salmi 42-43(41-42) di risposta.

LA PAROLA CI INTERPELLA

«Èimportante che ci rendiamo conto di quanto Gesù Cristo possa incidere nella vita di un uomo e quindi anche nella nostra stessa vita, sottolinea il Papa. Coltiviamo nei nostri cuori questo unico anelito: vivere in Cristo, vivere di Cristo, vivere per Cristo; rivolgerci a Lui nella preghiera e nell’Eucaristia, per identificarci sempre di più con Lui; portarlo alle persone che incontriamo sui sentieri della vita. Sull’esempio di Paolo, dobbiamo considerare spazzatura quel che ci allontana da Dio e rigettarlo energicamente lontano da noi, con la grazia del Signore. Chiedi alla Trinità questa sensibilità?
Per giungere a questa identificazione con Gesù, aspirazione e meta del cristiano, dobbiamo innanzitutto credere fermamente in Lui, aderire completamente ai piani da Lui predisposti per ciascuno di noi. San Paolo ci aiuta a comprendere che la fede deve informare non solo l’intelligenza, ma anche il cuore e la volontà: tutto intero il nostro essere. Dice che la giustificazione – il dono di Dio per cui siamo liberati dai nostri peccati e incorporati alla comunione di vita con la Santissima Trinità – precede ogni azione o merito umani. Deriva da una scelta pura e gratuita dell’Amore divino. Nella sua lettera ai Romani, per esempio, San Paolo scrive: L’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della legge. E ai Galati: Sapendo tuttavia che l’uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno.
Essere giustificati significa sapersi accolti dalla giustizia misericordiosa di Dio, entrare in comunione con Lui e, per questo, partecipare della sua santità in modo reale e vero: ci rende veri figli suoi, in Gesù Cristo, per la grazia dello Spirito Santo. Commentando queste parole dell’Apostolo, il Papa spiega che San Paolo esprime il contenuto fondamentale della sua conversione, la nuova direzione della sua vita risultante dal suo incontro col Cristo risorto. Paolo, prima della conversione, non era stato un uomo lontano da Dio e dalla sua Legge. (…). Nella luce dell’incotro con Cristo capì, però, che con questo aveva cercato di costruire se stesso, la sua propria giustizia, e che con tutta questa giustizia era vissuto per se stesso. Capì che un nuovo orientamento della sua vita era assolutamente necessario.

MONS. JAVIER ECHEVARRÍA, Lettera di Agosto 2008

IN CONFRONTO CON IL FONDATORE

“Donec formetur Christus in vobis”. – È stata la prima circolare che ho mandata; ora la ripeto con gli stessi pensieri: “Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli” (Rm 8, 29). L’impegno del religioso è lavorare alla perfezione: “Se vuoi essere perfetto...”. Il processo di santificazione è un processo di cristificazione: “Donec formetur Christus in vobis” (Gal 4, 19). Perciò saremo santi nella misura in cui viviamo la vita di Gesù Cristo; o meglio, secondo la misura in
cui Gesù Cristo vive in noi: “Christianus alter Christus”; ed è quello che san Paolo dice di sé: “Vivo io, ma non più io, bensì vive in me Cristo”. Questo si forma in noi gradatamente fino “all’età virile di Gesù Cristo”: come gradatamente cresce il bambino sino a uomo adulto.
Gesù Cristo è Via, Verità e Vita. Nel lavoro spirituale vi è l’impegno: a) Di imitare la santità di Gesù Cristo che ci segnò la via con i suoi esempi e con l’insegnamento: “siate perfetti”; b) Nello spirito di fede secondo Gesù Cristo-Verità: pensare secondo il Vangelo, il Nuovo Testamento,
la Chiesa che ce lo comunica; c) Nella grazia che è partecipazione della vita di Gesù Cristo, nei Sacramenti e in tutti i mezzi di grazia. Così si forma in noi il Cristo Via, Verità e Vita: “conformes fieri”. Così Gesù Cristo Via e Verità e Vita alimenta la nostra anima nelle sue facoltà: volontà, intelligenza, sentimento.

GIACOMO ALBERIONE, San Paolo - Febbraio 1962, CISP, pp. 11-12

 

PER LA NOSTRA VITA PAOLINA



DOMANDE

1. Quanto “incide” concretamente la presenza di Cristo nella
mia vita? Rileggo in questo mese la mia “storia” con lui.

2. Quali “esercizi” mi permettono di sentirmi unito a Cristo
e come li incremento?

3. Riesco a esplicitare nel mio apostolato quotidiano il legame
con Cristo? Come?

IMPEGNO

Nella preparazione alla Solennità di Gesù Divino Maestro
utilizzo per la riflessione i testi paolini che maggiormente
evidenziano l’unione “in Cristo” (Rm 6,3.4.5.11;
8,1.2.39; 12,5; 16,3.7.10; 1Cor 1,2.3, ecc.) considerandone
attentamente il significato per la nostra vita e la
nostra missione paolina.

 

IN PREGHIERA

INVOCAZIONI A GESÙ MAESTRO


O Gesù Verità, santifica la mia mente ed accresci
la mia fede.
Gesù, docente nella Chiesa, attira tutti alla
tua scuola.
Gesù Maestro, liberami dall’errore, dai pensieri
vani e dalle tenebre eterne.
O Gesù, Via tra il Padre e noi, tutto offro e
tutto attendo da te.
O Gesù, Via di santità, fammi tuo fedele imitatore.
O Gesù Via, rendimi perfetto come il Padre
che è nei cieli.
O Gesù Vita, vivi in me, perché io viva in te.
O Gesù Vita, non permettere che io mi separi
da te.
O Gesù Vita, fammi vivere in eterno il gaudio
del tuo amore.
O Gesù Verità, ch’io sia luce del mondo.
O Gesù Via, che io sia esempio e forma per le
anime.
O Gesù Vita, che la mia presenza ovunque
porti grazia e consolazione.

 

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