SETTEMBRE 2008 - Scheda 03

 

"CHI SEMINA CON LARGHEZZA, CON LARGHEZZA RACCOGLIERA"
(2Cor 9,6)

IN ASCOLTO

 

Dopo un meritato riposo, riprendiamo il nostro cammino spirituale, comunitario e apostolico.
Di fronte alle costanti fatiche del nostro impegno apostolico, serpeggia a volte un po’ di scoraggiamento
e di delusione. E la tentazione di “risparmiarsi”, di tirarsi indietro è sempre in agguato.
L’apostolo Paolo ci esorta ad essere generosi: solo seminando con generosità e gioia in tutti i campi della nostra vita (preghiera, studio, apostolato, vita comunitaria…), potremo sperimentare un raccolto abbondante di pace per noi e di bene e consolazione per gli altri. È un forte invito a investire tutte le forze nella missione, in comunione con tutti i fratelli.

 «Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene, come sta scritto: “ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia dura in eterno”. Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia». 2Cor 9,6-10

Per un eventuale incontro di preghiera comunitaria
o per approfondimenti proponiamo anche il brano
di Rm 12,9-18 e un salmo di risposta: Salmo 111(110).

LA PAROLA CI INTERPELLA

«Fratelli e Figli carissimi, non è forse normale che la gioia abiti in noi allorché i nostri cuori ne contemplano o ne riscoprono, nella fede, i motivi fondamentali? Essi sono semplici: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito; mediante il suo Spirito, la sua Presenza non cessa di avvolgerci con la sua tenerezza e di penetrarci con la sua Vita; e noi camminiamo verso la beata trasfigurazione della nostra esistenza nel solco della risurrezione di Gesù. Sì, sarebbe molto strano se questa Buona Novella, che suscita l’alleluia della Chiesa, non ci desse un aspetto di salvati.
[…] La gioia nasce sempre da un certo sguardo sull’uomo e su Dio: «Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce» (Lc 11,34).
Noi tocchiamo qui la dimensione originale e inalienabile della persona umana: la sua vocazione al bene passa per i sentieri della conoscenza e dell’amore, della contemplazione e dell’azione.
Possiate voi cogliere quanto c’è di meglio nell’anima dei fratelli e questa Presenza divina tanto vicina al cuore umano.
Che i nostri figli inquieti di certi gruppi respingano dunque gli eccessi della critica sistematica e disgregatrice! Senza allontanarsi da una visione realistica, le comunità cristiane diventino luoghi di ottimismo, dove tutti i componenti s’impegnano risolutamente a discernere l’aspetto positivo delle persone e degli avvenimenti. «La carità non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Cor 13,6-7). L’educazione a un tale sguardo non è solamente compito della psicologia. Essa è anche un frutto dello Spirito Santo. Questo Spirito, che abita in pienezza nella persona di Gesù, lo ha reso, durante la sua vita terrena, così attento alle gioie della vita quotidiana, così delicato e così persuasivo per rimettere i peccatori sul cammino di una nuova giovinezza di cuore e di spirito! È questo medesimo Spirito che ha animato la Vergine Mariaria e ciascuno dei santi. È questo medesimo Spirito che dona ancor oggi a tanti cristiani la gioia di vivere ogni giorno la loro vocazione particolare nella pace e nella speranza, che sorpassano le delusioni e le sofferenze. È lo Spirito di Pentecoste che porta oggi moltissimi discepoli di Cristo sulle vie della preghiera, nell’allegrezza di una lode filiale, e verso il servizio umile e gioioso dei diseredati e degli emarginati dalla società. Poiché la gioia non può dissociarsi dalla partecipazione. In Dio stesso tutto è gioia poiché tutto è dono. Questo sguardo positivo sulle persone e sulle cose, frutto d’uno spirito umano illuminato e dello Spirito Santo, trova presso i cristiani un luogo privilegiato di arricchimento: la celebrazione del mistero pasquale di Gesù. Nella sua passione, morte e risurrezione il Cristo ricapitola la storia di ogni uomo e di tutti gli uomini, col loro peso di sofferenze e di peccati, con le loro possibilità di superamento e di santità.

Paolo VI , Esortazione apostolica Gaudete in Domino, Conclusione.

IN CONFRONTO CON IL FONDATORE

DEDIZIONE E COSTANZA

La dedizione si può paragonare ad un motore più potente o meno potente, in un certo limite. Chi è generoso compie il suo ufficio e la sua missione applicandovi mente, volontà, cuore, forze fisiche. La mente per comprendere il lavoro, per studiare i mezzi per una buona riuscita; la volontà, adoperando tutti i mezzi, le forze fisiche e morali; il cuore onde amare il proprio apostolato, farlo con gioia e merito.
Altro è accettare un ufficio con stentata rassegnazione, altro l’amarlo, altro è portarvi entusiasmo ed appassionarvisi. Quando vi è dedizione generosa e perseveranza, anche con talenti limitati, si farà un buon cammino. Quando queste venissero a mancare, il risultato sarebbe scarso, anche se vi sono buone attitudini. Ciò in tutto: cura delle vocazioni, scuola, apostolato, predicazione, amministrazione, redazio ne. La lampada che arde dinanzi al SS.mo Sacramento è viva e consuma tutto l’olio.
Quando si sono spesi tutti i talenti per il Signore: siano stati cinque, o due, si è sicuri della sentenza: «Poiché sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto» [Mt 25,21.23]. «Chi persevererà sino alla fine sarà salvo» [Mt 10,22]. Chi fa, sbaglia (qualche volta); ma chi non fa, vive in continuo sbaglio. Non perdersi d’animo; conservare sempre un sano ottimismo. La storia è maestra della vita; e le nostre passate esperienze ci fanno scuola per il futuro. Perduta una battaglia, (finché viviamo) vi è tempo a guadagnarne un’altra. «Tutto contribuisce al bene» [cf. Rm 8,28] quando si ha buona volontà.
Di quello che riuscì bene daremo gloria a Dio; per quello che riuscì male ci umilieremo e pregheremo per riprendere meglio. Vi è anche un ottimo libro: «L’arte di ricavar profitto dalle colpe». La più terribile tentazione è la disperazione; ma più comune la semi-disperazione. La fede è la prima virtù, ma la seconda è la speranza. Onoriamo Dio e rendiamogli frequente omaggio, protestando di credere alla sua bontà. Ad un amico che faceva le sue meraviglie a Cesare Cantù, come avesse potuto scrivere tanto e così bene, egli rispose: «Perseverando».

Giacomo Alberione, Anima e corpo per il Vangelo.
Opuscoli (1953-1957), Roma 2005, pp. 184-185

 

PER LA NOSTRA VITA PAOLINA

domande
1. Quante riserve scopro nel mio impegno nella vita paolina?

2. Prendo consapevolezza dei miei “sì” a Dio come scoperta
della generosità con cui ho risposto al suo amore?

3. Testimonio la gioia di essere al servizio di Cristo e di
essere guidato, nel mio impegno apostolico, unicamente
dalla risposta al suo amore?

IMPEGNO

Riscoprendo “l’esame di coscienza quotidiano”, mi impegno
decisamente a cogliere sempre l’aspetto positivo
delle persone e degli avvenimenti, superando eventuali
tentazioni pessimistiche o di costante critica.

 

IN PREGHIERA

OFFERTORIO PAOLINO

Signore, io ti offro, in unione con i sacerdoti che
oggi celebrano la santa Messa, Gesù-Ostia e
me stesso, piccola vittima:
in riparazione degli errori e degli scandali che
vengono diffusi nel mondo con gli strumenti della
comunicazione sociale;
per invocare la tua misericordia su quanti, ingannati
e sedotti da questi mezzi potenti, si allontanano
dal tuo amore di Padre;
per la conversione di coloro che, nell’uso di questi
strumenti, disconoscono il magistero di Cristo e
della Chiesa, deviando così la mente, il cuore e le
attività degli uomini;
perché tutti possano seguire unicamente colui
che tu, o Padre, nell’immensità del tuo amore,
hai inviato nel mondo, proclamando: «Questi è il
figlio mio diletto, ascoltatelo»;
per conoscere e far conoscere che solo Gesù, Verbo
incarnato, è il Maestro perfetto, Via sicura
che conduce alla conoscenza del Padre e a partecipare
della sua Vita;
perché nella Chiesa si moltiplichino i sacerdoti,
i religiosi, le religiose e i laici che, consacrati
all’apostolato con i mezzi della comunicazione
sociale, facciano risuonare il messaggio della salvezza
in tutto il mondo;
perché gli scrittori, i tecnici e i propagandisti siano
saggi, animati da spirito evangelico, e diano
testimonianza di vita cristiana nell’ambito della
comunicazione sociale;
perché le iniziative cattoliche, nel settore delle
comunicazioni sociali, siano sempre più numerose
e promuovano efficacemente i veri valori umani
e cristiani;
perché tutti noi, conoscendo la nostra ignoranza
e miseria, sentiamo il bisogno di accostarci, con
umiltà e fiducia, alla fonte della vita e nutrirci
della tua Parola, o Padre, e del Corpo di Cristo,
invocando per tutti gli uomini luce, amore e misericordia.

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