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Preghiere del Beato Alberione
Preghiere dal libro della Famiglia Paolina

O Maestro buono

O maestro buono, son dinanzi a te:
Tu per me sei Via, Vita e Verità.
1. Salgo al tuo altar pien di gioia il cuor:
la mia giovinezza eterna in te sarà.
2. Gloria a te, Signore! Morto per mio amor
e per me risorto es asceso al ciel.
3. T'apro mente e cuor: parlami Signor.
Della tua parola nutri il mio voler.
4. Credo in te, Signor, fonte d'ogni ver.
Vivo nella speme di lodarti in ciel.
5. Volgi il viso a me; dammi la tua man;
restami vicino per l'eternità.

Patto di fede o segreto di riuscita

Gesù Maestro, accetta il patto che ti presentiamo per le mani di Maria, Regina degli Apostoli, e del nostro padre san Paolo.
  
Noi dobbiamo corrispondere alla tua altissima volontà, arrivare al grado di perfezione e gloria celeste cui ci hai destinati, e santamente esercitare l’apostolato dei mezzi della comunicazione sociale [l'apostolato pastorale / l'apostolato vocazionale]. Ma ci vediamo debolissimi, ignoranti, incapaci, insufficienti in tutto: nello spirito, nella scienza, nell’apostolato, nella povertà. Tu invece sei la Via e la Verità e la Vita, la Risurrezione, il nostro unico e sommo Bene. Confidiamo solo in te che hai detto: «Qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio, voi l’avrete».
  
Per parte nostra, promettiamo e ci obblighiamo: a cercare in ogni cosa e con pieno cuore, nella vita e nell’apostolato, solo e sempre, la tua gloria e la pace degli uomini. E contiamo che da parte tua voglia darci spirito buono, grazia, scienza, mezzi di bene. Moltiplica, secondo la immensa tua bontà e le esigenze della nostra vocazione speciale, i frutti del nostro lavoro spirituale, del nostro studio, del nostro apostolato, della nostra povertà. Non dubitiamo di te, ma temiamo la nostra incostanza e debolezza.
  
Perciò, o Maestro buono, per la intercessione della nostra madre Maria, trattaci con la misericordia usata con l’apostolo Paolo: sicché, fedeli nell’imitare questo nostro padre in terra, possiamo essergli compagni nella gloria in cielo.

Offertorio paolino

Signore, io ti offro, in unione con i sacerdoti che oggi celebrano la santa Messa, Gesù-Ostia e me stesso, piccola vittima:

– In riparazione degli errori e degli scandali che vengono diffusi nel mondo con gli strumenti della comunicazione sociale.

– Per invocare la tua misericordia su quanti, ingannati e sedotti da questi mezzi potenti, si allontanano dal tuo amore di Padre.

– Per la conversione di coloro che, nell’uso di questi strumenti, disconoscono il magistero di Cristo e della Chiesa, deviando così la mente, il cuore e le attività degli uomini.

– Perché tutti possano seguire unicamente colui che tu, o Padre, nell’immensità del tuo amore, hai inviato nel mondo, proclamando: "Questi è il figlio mio diletto, ascoltatelo".

– Per conoscere e far conoscere che solo Gesù, Verbo incarnato, è il Maestro perfetto, Via sicura che conduce alla conoscenza del Padre e a partecipare della sua vita.

– Perché nella Chiesa si moltiplichino i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i laici che, consacrati all’apostolato con i mezzi della comunicazione sociale, facciano risuonare il messaggio della salvezza in tutto il mondo.

– Perché gli scrittori, i tecnici e i propagandisti siano saggi, animati da spirito evangelico, e diano testimonianza di vita cristiana nell’ambito della comunicazione sociale.

– Perché le iniziative cattoliche, nel settore delle comunicazioni sociali, siano sempre più numerose e promuovano efficacemente i veri valori umani e cristiani.

– Perché tutti noi, conoscendo la nostra ignoranza e miseria, sentiamo il bisogno di accostarci, con umiltà e fiducia, alla fonte della vita e nutrirci della tua Parola, o Padre, e del Corpo di Cristo, invocando per tutti gli uomini luce, amore e misericordia.

Il tuo Sacerdozio è la mia sicurezza

Il tuo Sacerdozio
è la mia sicurezza :
io prego, opero in Te, per Te, con Te,
tutto diviene efficace e fruttuoso
perché trae forza da Te.

Confido
che esso mi comunichi spirito
“per servire al Dio vivente” (Eb 9,14),
secondo il fine per cui ti sei immolato
e t’immoli sugli altari:
diventare servo del Padre,
ricevere grazie personali e per la comunità.

So che Tu,
Sacerdote sommo, comprendi tutti i bisogni
di questo povero sacerdote,
e oltre la vita mi mostri il lieto fine
di ogni fatica e pena. Amen

Alla Ss.ma Trinità

O Trinità divina, Padre, Figlio e Spirito Santo, presente e operante nella Chiesa e nella profondità della mia anima, io ti adoro, ti ringrazio, ti amo! E, per le mani di Maria santissima, madre mia, offro, dono e consacro a te tutto me stesso, per la vita e per l’eternità.

A te, Padre celeste, mi offro, dono e consacro come figlio.

A te, Gesù Maestro, mi offro, dono e consacro come fratello e discepolo.

A te, Spirito Santo, mi offro, dono e consacro come «tempio vivo», per essere consacrato e santificato.

O Maria, madre della Chiesa e madre mia, che vivi alla presenza della divina Trinità, insegnami a vivere, per mezzo della liturgia, in intima comunione con le tre divine Persone, affinché tutta la mia vita sia un «gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo». Amen.

A Gesù Maestro

O Gesù Maestro, santifica la mia mente ed accresci la mia fede.
O Gesù, docente nella Chiesa, attira tutti alla tua scuola.
O Gesù Maestro, liberami dall’errore, dai pensieri vani e dalle tenebre eterne.
  
O Gesù, via tra il Padre e noi, tutto offro e tutto attendo da te.
O Gesù, via di santità, fammi tuo fedele imitatore.
O Gesù via, rendimi perfetto come il Padre che è nei cieli.
  
O Gesù vita, vivi in me, perché io viva in te.
O Gesù vita, non permettere che io mi separi da te.
O Gesù vita, fammi vivere in eterno il gaudio del tuo amore.
  
O Gesù verità, ch’io sia luce del mondo.
O Gesù via, che io sia esempio e forma per le anime.
O Gesù vita, che la mia presenza ovunque porti grazia e consolazione.

Preghiera del Sacerdote a Maria SS.per la buona morte

O Maria Santissima, mia Madre, Maestra e Regina, ti prego perchè la mia morte in Cristo, che porrà il sigillo al mio sacerdozio, sia integrazione della morte di Gesù sacerdote e vittima, e principio, della mia vera vita nella visione, nel possesso, nel gaudio nell'Amore di Dio.
Come hai assistito Gesù Cristo, tuo Figlio, nella sua passione e morte, così assisti me e tutti i sacerdoti del mondo, tuoi figli prediletti, nell'ora del supremo sacrificio.

Per le vocazioni

O Gesù, Maestro pastore eterno
delle anime nostre,
- manda buoni operai nella tua messe.

 

Per vincere la passione predominante

O Gesù Maestro, - tu hai detto: - In verità,in verità vi dico:
- tutto quello che voi chiederete al Padre in nome mio,
egli ve lo darà; - ebbene, in nome tuo io chiedo
la vittoria sul mio difetto predominante
(un momento di pausa).
- Esaudiscimi, o Gesù

Michel Quoist

Preghiera del sacerdote la domenica sera

Signore, stasera, sono solo.
A poco a poco, i rumori si sono spenti nella chiesa,
le persone se ne sono andate,
ed io sono rientrato in casa,
solo.

Ho incontrato la gente che tornava da passeggio.
Sono passato davanti al cinema che sfornava la sua porzione di folla.
Ho costeggiato le terrazze dei caffè, in cui i passanti,
stanchi, cercavano di prolungare la gioia di vivere una domenica di festa.
Ho urtato i bambini che giocavano sul marciapiede,
i bambini o Signore,
i bambini degli altri, che non saranno mai i miei.

Eccomi, Signore
solo.
Il silenzio mi incomoda,
la solitudine mi opprime.

Signore, ho 35 anni,
un corpo fatto come gli altri,
braccia nuove per il lavoro,
un cuore riservato all'amore,
ma ti ho donato tutto.
È vero, tu ne avevi bisogno.
Io ti ho dato tutto ma è duro, o Signore.

È duro dare il proprio corpo: vorrebbe darsi ad altri.
È duro amare tutti e non serbare alcuno.
È duro stringere una mano senza volerla trattenere.
È duro far nascere un'affetto, ma per donarlo a Te.
È duro non essere niente per sé per esser tutto per loro.
È duro essere come gli altri, fra gli altri, ed esser un altra.
È duro dare sempre senza cercare di ricevere.
È duro andare incontro agli altri, senza che mai qualcuno ti venga incontro.
È duro soffrire per i peccati degli altri, senza poter rifiutare di accoglierli e portarli.
È duro ricevere i segreti, senza poterli condividere.
È duro sempre trascinare gli altri e non mai potere, anche solo un'istante, farsi trascinare.
È duro sostenere i deboli senza potersi appoggiare ad uno forte
È duro essere solo,
solo davanti a tutti,
Solo davanti al Mondo.
Solo davanti alla sofferenza,
alla morte,
al peccato.

Figlio, non sei solo,
io sono con te,
Sono te.
Perché avevo bisgono di un'umanità in più
per continuare la Mia Incarnazione e la Mia Redenzione.
Dall'eternità Io ti ho scelto,
ho bisogno di te.

Ho bisogno delle tue mani per continuare a benedire,
Ho bisogno delle tue labbra per continuare a parlare,
Ho bisogno del tuo corpo per continuare a soffrire,
Ho bisogno del tuo cuore per continuare ad amare,
Ho bisogno di te per continuare a salvare,
Resta con Me, Figlio mio.

Eccomi, Signore;
ecco il mio corpo,
ecco il mio cuore,
ecco la mia anima.
Concedimi d'essere tanto grande da raggiungere il Mondo,
tanto forte da poterlo portare,
tanto puro da abbracciarlo senza volerlo tenere.
Concedimi d'essere terreno d'incontro,
ma terreno di passaggio,
strada che non ferma a sé,
perché non vi è nulla di umano da cogliervi
che non conduca a te.

Signore, stasera, mentre tutto tace e nel mio cuore sento
duramente questo morso della solitudine,
mentre il mio corpo urla a lungo la sua fame di piacere,
mentre gli uomini mi divorano l'anima ed io mi sento incapace di saziarli,
mentre sulle mie spalle il mondo intero pesa con tutto il suo peso di miseria e di peccato,
io ti ripeto il mio sì, non in una risata, ma lentamente, lucidamente, umilmente.
Solo, o Signore davanti a te,
nella pace della sera.

 



I fedeli sono esigenti verso il loro prete. Hanno ragione. Ma devono sapere che è duro essere prete. Chi si è donato nella piena generosità della sua giovinezza rimane un uomo, ed ogni giorno in lui l'uomo cerca di riprendere quel che ha donato. È una lotta continua per restare totalmente disponibile al Cristo e agli altri.
Il prete non ha bisogno di complimenti o di regali imbarazzanti: ha bisogno che i cristiani, di cui ha in modo speciale la cura, amando sempre più i loro fratelli, gli provino che non ha dato invano la sua vita. E poiché rimane un uomo, può aver bisogno una volta d'un gesto delicato di amicizia disinteressata... una domenica sera in cui è solo.

Seguitemi ed io vi farò pescatori di uomini. (Mc 1,17)

Non voi avete scelto me, ma io ho sceto voi e vi ho destinati ada ndare a portare frutto, un frutto che rimanga. (Gv 15,16)

Dimentico del cammino percorso, mi protendo in avanti, corro verso la meta, per conseguire lassù il premio della vocazione di Dio nel Cristo Gesù. (Fil 3,13-14)

Anastasio Card. Ballestrero

Sacerdote

Perchè, Signore, hai chiamato me e non altri? Oggi mi sento provocato a interrogarmi
se la mia fedeltà è rimasta incrollabile, senza stanchezze, senza paure.
Così deve essere. Come quella dell'apostolo Paolo che di te ha fatto il suo tesoro, la sua scelta, la sua gloria. Solo così la vita può diventare feconda di altre vocazioni. Ti ringrazio, Signore, perché mi hai fatto dono
di una vocazione così grande!
Se la mia vita ha conservato una logica e una coerenza, è perché tu l'hai guidata, l'hai illuminata,
l'hai gratificata con la misericordia dei tuoi doni.
 Vivere sempre di te è cosa stupenda
perchè tu sai quello che fai
e ciò che tu fai è mirabile:
dai alla vita di ciascuno la fecondità della tua bontà.
Tu ci conduci per mano.
Non siamo orfani, non siamo abbandonati.
 Se tutti gli uomini potessero sapere
cosa voglia dire lasciarsi condurre da te,
non  mancherebbero di coraggio, di perseveranza.
 Fare memoria di una lunga vita
è affermare la tua fedeltà e credere alla tua parola.
 Donaci, Padre di sapere vivere giorno per giorno
della tua volontà
e donaci la pazienza di aspettare i tuoi tempi
 perché nell'esperienza della nostra debolezza
 possiamo sentirci consolati
dalla certezza che la vita vissuta così
è soltanto un preludio sereno e fiducioso dell'eternità.

Il prete amico di Cristo

«Ti ho amato di un amore eterno».
La gratuità della tua amicizia, o Cristo, non è un sentimento, come può capitare tra noi, un atteggiamento di carattere emotivo ed affettivo senza ulteriori conse­guenze.
La tua amicizia è un legame che tu, Cristo, hai stretto con me, è un vincolo che, proprio per la natura dell'amore che sei, Dio, non è effimero, instabile, ma eterno. Vale di questa amicizia ciò che il profeta dice dell'amo­re di Dio: «Ti ho amato di un amore eterno». Un amore che accompagna la mia esistenza, che accompagna il mio vivere, e gli dà senso, storia, contenuto, fecondità, glo­ria e beatitudine.
Ma che cos'è questo amore? Parlare dell'amore di Dio è arduo: l'amore è ineffabile, l'amore è amore e per capirlo non posso scartabellare il vocabolario alla ricerca di parole che lo esprimano, ma debbo piuttosto cercare di comprenderlo attraverso i tuoi gesti.
E quali sono i gesti del tuo amore, o Cristo, con cui mi sveli, mi vivifichi, mi unisci a te in una condivisione di vita sempiterna?
Tu mi fai tuo amico rivelandomi i segreti del Padre: Vi dirò i segreti del Padre, ve li rivelerò, vi metterò a parte dei suoi progetti.
Questo impegno è misterioso, sconcertante: ciò che è il rapporto tra il Padre e te nell'eterna Trinità, e che ha nello Spirito il suo palpito instancabile, questo vivere di Dio che è amore, non produce che amore, ci viene partecipato.

Sacerdoti felici

Guardo te, divino eterno Sacerdote,
 là nel cenacolo, mentre celebravi tu
il primo Sacrificio mistico dell'Eucarestia
che precedeva il sacrificio cruento della croce.
E penso a tutti i sacerdoti.
Te li affido: sono tuoi, li hai fatti tu.
Consolali!
Sono uomini, poveri uomini
a volte scoraggiati, a volte avviliti, frustrati...
Forse per colpa loro; ma tu sei Salvatore.
O forse tu li fai passare per un crogiuolo di purificazione
come il tuo del Calvario.
Sono copia vivente di te, eterno Sacerdote,
primizie della tua redenzione.
Sollevali nell'ora della prova,
Fa' sentire ad ognuno di loro la tua presenza.
Donaci, Signore, sacerdoti felici!

 

 

Sono scelto, e per sempre

Gesù, sono prete non per mia iniziativa né per mio me­rito  né perché sono superiore agli altri; sono prete perchè tu mi hai guardato, mi hai affiancato lungo la stra­da della vita e mi hai detto «Seguimi»; con la perento­rietà di un invito colmo di amore, con una trascenden­za che ti ha dispensato da tante motivazioni.
Non mi hai detto perché né percome, ma «Vieni e se­guimi".
Ma, Signore, dove stai? «Vieni e vedi».
Ma, Signore, cosa vuoi? «Vieni e ascoltami».
M a, Signore, che destino avrà la mia vita? «Il mio» e associandomi al tuo destino mi hai fatto prete.
Questa sconcertante avventura non ha un passato che ne conclude la vicenda. Ha un inizio, certo, perché tu mi bai chiamato in un certo giorno della vita, ma non ha una fine; sono chiamato oggi, come sarò chiamato domani; come sarò chiamato fino al giorno dell'eterni­tà, perché la tua scelta, o Cristo, non ha pentimenti.

Con Gesù nel deserto

Dopo 40 anni passati nel deserto, a tu a tu con Dio,
a disposizione del Padre,
nella solitaria esperienza di Lui,
hai voluto sperimentare anche tu la tentazione,
quella di tutti gli uomini,
rigurgito di una umanità
che si fa concorrente di Dio.
Hai voluto parteciparmi la tua vittoria,
quella dell'umiltà,
che è il frutto più prezioso del deserto.
Hai voluto insegnarmi che il deserto è autentico
quando ne esco sempre più convinto che solo Dio è Dio
e assaporo la felicità di appartenergli.
Hai voluto darmi coraggio
per affrontare il deserto e le sue tentazioni.
Permettimi di starti accanto, Gesù tentato,

per imparare da te a sapere restare nella solitudine.
Quella a cui mi chiami per arrivare a te
non è il rifugio, il lusso o il privilegio beato
che io talvolta sogno.
È l'impegno fermo della vita,
mentre la natura si impenna.
E’ il sapere patire, accettare di avere paura,
di sentirmi tribolato dal timore di Dio,
dal peso della sua grandezza, della sua verità.
Signore Gesù, dammi la nudità dello spirito,
la semplicità del cuore.
La tua presenza irrompente faccia dilagare in me
la luce della tua Verità,
tu che hai voluto passare
per questa sconfinata esperienza
del tuo essere uomo davanti s Dio
nell’esperienza più desolata della fame
che è grido, palpito di un terribile vuoto: sete di Dio,
fa’ che anche per me ogni esperienza,
si traduca in uno slancio ardito,
in fame e sete di dio.